2021: il manifesto di 10 mila giovani per il clima


“Che cosa posso fare io?”. È la domanda che tutti dovremmo porci per affrontare la crisi climatica globale e che la campagna nazionale #2021Ultimachiamata, lanciata da Oxfam Italia, ha voluto rivolgere innanzitutto ai giovani del nostro Paese. Perché sono loro che più hanno da guadagnare da un’inversione di rotta e dal futuro.

La campagna nasce, infatti, per chiedere alle istituzioni locali e nazionali di coinvolgerli nelle decisioni che riguardano la salvaguardia dell’ambiente e la lotta al cambiamento climatico, nella definizione delle strategie per lo sviluppo sostenibile e nella loro attuazione.

via Repubblica Green and Blue

Dopo un anno di formazione, incontri e laboratori, circa diecimila giovani dagli 11 ai 25 anni provenienti da Toscana, Marche, Lazio, Provincia di Trento e da città come Milano, Bologna, Napoli, Cagliari, Catania, hanno formulato delle proposte confluite in un Manifesto. Un elenco di azioni attuabili sia da parte del singolo cittadino sia da parte dell’amministrazione in tutte le sue articolazioni.

Del resto, #2021Ultimachiamata prevede un percorso di confronto con gli enti dei vari territori che culminerà il prossimo 12 marzo con la “Marcia con il Clima”, una mobilitazione digitale che coinvolgerà i ragazzi e coloro che sottoscriveranno il Manifesto (è possibile farlo sul sito 2021ultimachiamata.it).

Evitare lo scioglimento del ghiacciaio dell’Adamello o l’ampliamento di una discarica in provincia di Catania; costruire una rete per la promozione della moda sostenibile in provincia di Firenze o migliorare la raccolta differenziata a Roma e Milano: sono alcune pratiche di attivismo sostenute dalla campagna. Inoltre, sono state delineate nove Missioni con gli obiettivi da raggiungere e gli ambiti d’intervento: dall’economia circolare alla mobilità e al turismo sostenibili, dalla trasparenza sui costi ecologici della produzione di cibo e vestiti fino alla rendicontazione dell’impatto socio-ambientale degli investimenti.

GLI OBIETTIVI.

Le proposte contenute nella “Missione 1”, per esempio, mirano a creare città più sostenibili. Come? Aumentando la copertura vegetale, proteggendo la biodiversità, collegando la progettazione urbana ai bisogni di piante e animali, incrementando i paesaggi pedonali. La “Missione 2”, invece, punta a ridurre il volume dei rifiuti attraverso il potenziamento della raccolta differenziata, la promozione di incentivi comunali al compostaggio domestico, la definizione di accordi tra Comuni e attività produttive per la riduzione degli scarti.

E poi l’acqua, al centro della “Missione 3”: monitorare e migliorare i sistemi di depurazione cittadini, promuovere una gestione a lungo termine delle risorse idriche, responsabilizzare i cittadini nel consumo, riutilizzare l’acqua e generare energia con processi di economia circolare, proteggere i corsi d’acqua dalle attività inquinanti. E ancora, la “Missione 5” che chiede la riduzione della quantità di materie prime nella produzione e fornitura di servizi, l’ideazione di prodotti facili da mantenere, riparare o riciclare, le limitazioni all’uso di materiali pericolosi o difficili da riciclare, l’allungamento della vita degli oggetti, la promozione del noleggio e della condivisione.

La campagna – a cui partecipano Fondazione Acra, Centro Cooperazione Internazionale, Cisp, Cope, Marche Solidali, We World, Aics – arriva nell’anno in cui l’Italia ricopre la presidenza del G20 e la co-presidenza della Cop Onu sul clima (la Young Cop si terrà a Milano il prossimo ottobre). Il nostro Paese, poi, deve definire il programma strategico per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell’aria e deve rinnovare la strategia per lo sviluppo sostenibile, corredata da piani locali. A proposito, nel 2020 solo cinque Regioni su 20 avevano definito gli indicatori, in 14 non erano ancora stati costituiti i Forum per discutere i piani e solo otto prevedevano di coinvolgere i giovani.