L’Oroscopo della Raccolta Differenziata

Il noto astrologo Antonio Capitani ha formulato per noi un oroscopo caratteriale che mostra come ogni segno dello zodiaco si approccia alla raccolta differenziata e al riciclo.

Nonostante la sua tempra da caporal maggiore e i suoi modi di fare da ruspista di Terracina, l’Ariete, uomo o donna che sia, le regole le rispetta. Perché possiede uno spiccato senso della gerarchia e del rispetto dei ruoli. Oltre che delle regole. Per cui, se è stabilito dall’ordinamento della raccolta differenziata che la vecchia raccolta, ormai ingiallita e inutile, del Guerin Sportivo, o di Rakam, o i sacchetti delle michette debbano stare separati dai tappi delle bottiglie di alchermes e dalla latta dell’olio di colza, l’Ariete si adatta volentieri. E raccoglie, separa, ammucchia con scrupolosità. Ogni tanto, forse, s’imbestialisce perché tenere in casa tutti questi bidoncini separati implica avere tanto spazio a disposizione (e, magari, non sempre ce l’ha), però, passato il momento del furore e degli accidenti sparati mentalmente all’azienda municipale che si occupa della raccolta dei rifiuti, lui comunque si adegua sempre. E mette in riga pure i familiari, in tal senso. E magari terrorizza pure i propri coinquilini. Temibilino, è, effettivamente…

Dicono che sia pigro. Ma non è vero. O, quantomeno, è vero solo in parte. Il Toro ama piuttosto i propri comodi, i ritmi placidi, la pacatezza. E detesta visceralmente le complicazioni. Questo, oltre che a narcotizzare chi gli vive accanto, potrebbe, in teoria, predisporlo a non sbattersi più di tanto nel separare con dovizia i rifiuti. Però possiede uno spirito ecologista (quasi) senza pari, ama la natura, la cicoria matta e magari fornicare nei fienili, nei carciofeti montani o su prati di verbena odorosa. Senza contare che non esita, all’occorrenza, a scendere in piazza per manifestare contro la caccia, contro l’abbattimento degli alberi in Amazzonia, a Collefiorito e in qualsiasi luogo in cui vi sia della vegetazione. Ergo: la raccolta differenziata la fa eccome. Con attenzione e precisione. Di più: spesso usa l’umido per creare un composto col quale concimare il terreno e nutrire le sue piante (ama solitamente fiori e frutti come nessun altro segno dello zodiaco). O, magari, raccoglie l’alluminio per utilizzarlo creativamente. O solo perché “può sempre servire”. E’ un grande.

Raccolta differenziata? Ma sì, dài, la si può fare. Anche perché, in fondo, la si può quasi considerare un gioco, con tutto quel ripartire, differenziare, collocare nel bidoncino d’un colore piuttosto che di un altro. Cosa che piace a novantanove Gemelli su cento (il gioco, intendiamo. Non d’azzardo, però. Non sempre, almeno…). Solo che in certi giorni l’obbligo della separazione dei rifiuti lo annoia. Lo irrita. Fa emergere la sorella irascibile di Carrie (sguardo di Satana, non la Bradshaw) che dimora in lui e lo spinge non solo a scoppiare in accessi d’ira pestifera, ma anche ad applicarsi di meno. E, stufissimo o un po’ scacchiato, getta l’alluminio insieme alla buccia dell’alchechengi, il vetro insieme alle Pagine Gialle scadute, il centrino usurato col filtro usato del karkadè. O, magari, mescola fra loro i rifiuti perché col fatto che parla al telefono, legge il giornale, ascolta la musica in cuffia, dà da mangiare ai pesci e gira il sugo, tutto contemporaneamente… ci sta che un cicinìn di distrazione lo colga e lo porti a sbagliar bidoncino. Ma, nella sostanza, rispetta, esegue, separa. Perché è intelligente. Ed è consapevole che mescolare tutto fa male alla terra, alla popolazione. E fa male al ricco e al cardinale, diventan tristi se non differenziam…

In linea generale la casa è il suo regno fatato, la sua bomboniera, la sua culla tutta pizzi e tulle lollobrigidiani, dove si sente come un putto felice, difeso, in pace con se stesso e col mondo intero. Per cui, tutto ciò che riguarda i suoi “affari interni” lo vede organizzatore senza pari. A ciò non sfugge certo la raccolta differenziata che esegue con attenzione, con coscienza civica e anche con quel cicinìn di senso patriottico che spesso lo caratterizza. Perché rendersi utile al riciclo del rifiuto (più o meno) sporco e alla diminuzione dell’inquinamento, per lui significa conseguire un maggiore benessere proprio, dei propri concittadini e della nazione tutta. Il bidoncino più colmo, per quanto lo riguarda (almeno in nove casi su dieci) è quello della plastica e dei metalli, visti i contenitori dei budini, dei gelati e dei dolcetti dei quali si ciba spesso e coi quali pasteggerebbe ventiquattr’ore al giorno, come fanno i panda col bambù. Tuttavia, visto il suo spirito conservatore, non butta sempre via tutto. Anzi, casa sua, la cantina o il solaio sono spesso pieni di cose che lo rimandano al passato: dal tomahawk  ricevuto in regalo nel Carnevale del ’65 alla bambola con un occhio cecato, dalla tanichetta d’alluminio che conteneva l’olio di Bitonto alla damigianella che si può sempre riutilizzare per fare il limoncello. E’ davvero meraviglioso…

Un po’ Re Sole e un po’ Regina di Saba, il Leone e la Leonessa si sentono. Anzi, in fondo lo sono anche. E, se potessero, delegherebbero l’incombenza della raccolta differenziata, e della sua consegna quotidiana, a una servitù nutrita e deferente. Anche perché un po’ di schifetto glielo suscitano, tutti quei bidoncini coi sacchetti pieni di rifiuti. Però il Leone si assoggetta. Malvolentieri, con un cicinìn di sussiego, ma pur sempre con uno spiccato senso del dovere: le regole vanno rispettate. D’altronde, re dello zodiaco, oltre che della savana, egli è. E il suo organo d’ascolto, più che l’orecchio, è il cuore, come si conviene ad ogni buon sovrano e come sosteneva pure Re Salomone. Ergo: dà il buon esempio. Sempre, soprattutto in famiglia e coi figli in particolare. Il fatto, però, è che il suo è anche il segno dell’upper class, dalla grandeur, tanto che il senso della misura sta al Leone come il minimalismo sta a Moira Orfei. E capita che egli spesso butti via anche ciò che magari usurato non è fino in fondo. E che potrebbe servire ancora. Così, va a finire che da solo produce rifiuti quanto tutta la famiglia Bradford (chi non la ricorda si faccia un Google). Pagando gli stipendi ai produttori di sacchetti per rifiuti, da quanti ne usa. E’ un po’ strano, effettivamente, ma fondamentalmente è innocuo.  

E’ la selezionatrice attenta, l’esperta di giorni e orari del ritiro dei vari materiali, la fautrice dell’asepsi totale: per la Vergine la raccolta differenziata è quasi una missione.  Che non ha segreti né misteri. Né germi e né cattivi odori, perché, solitamente, lava le bottiglie di plastica, i contenitori di alluminio, i cartoni del latte, prima di gettarli nel sacchetto, come fossero il servizio di Limoges, regalo di nozze della cara zia Jole, da riporre nella vetrinetta della sala. E in casa sua i bidoncini sono (quasi) sempre lindi e pinti. Insomma, fossero tutti come nostra signora del lisoformio, i rifiuti verrebbero interamente riciclati, senza nessuno spreco. Anzi, a dire il vero la Vergine conserverebbe addirittura tutti i metalli, tutta la plastica, tutto il vetro che getta via, perché comunque “può sempre servire” (le conserve, per esempio, che solitamente adora fare, possono stare pure nei vasetti della giardiniera lavati e asciugati, no?). Guai, poi, in sua presenza, a sbagliare sacchetto o bidone quando si getta via qualcosa: si verrebbe colpiti istantaneamente dai suoi getti di acido zitellico che tutto disintegrano e tutto polverizzano. E a quel punto i poveri resti fumanti del colpevole finirebbero dritti dritti nel bidoncino (del secco, ovviamente). Ussignùr, meglio lasciar differenziare a lei/lui.

Oh, mon Dieu, la ghaccolta diffeghenziata nei ghifiuti… che cosa plebea, che cosa volgaghe, che cosa né glam cool… La Bilancia, effettivamente, segno premio Oscar per la sofisticatezza, queste incombenze di bassa quotidianità non le ama. Anzi. Però è pur sempre il segno della Giustizia. E la Giustizia è fatta di leggi e regole che vanno rispettate. Per cui, pur se con un cicinìn di malcelato disgusto, la Bilancia seleziona, raccoglie e consegna comunque. Con rigore prussiano, pure. Magari radunando il tutto in bidoncini griffati, quasi da esposizione. O, quantomeno, in sacchetti profumati (ne esistono di svariate fragranze), meglio se nei colori pastello, così affini alla sua natura made in Venere (il pianeta che la governa). Occorre tuttavia precisare che, in genere, il suo bidoncino della raccolta indifferenziata è il più colmo. Perché nove Bilancia su dieci sono indecise su dove buttare alcuni rifiuti, dal vasetto vuoto della crema anti age a quello del caviale (del Volga, of course), dal tubetto del dentifricio terminato, alla bomboniera, ormai impolverata, del matrimonio di Maria Lodovica e Gian Guadalberto (chi può avere amici dal nome tanto chic, se non la Bilancia?). Così, getta tutto assieme. Rimane comunque la gioia degli addetti alla raccolta che, con la Bilancia, non trovano mai un laccino dei sacchetti slegato o un rifiuto al posto di un altro. Insomma, impeccabilissima, è, anche nel raccogliere e differenziare: d’altronde, nel suo caso, la classe non è acqua, ma champagne millesimato…

Plutone, astro governatore dello Scorpione, oltre che simbolo del potere occulto, del carisma mefistofelico, delle profondità dell’inconscio e della fornicazione un cicinìn turpe, è anche l’emblema dei rifiuti tout court. Tanto che fra gli incaricati alla raccolta per professione si riscontrano tanti nativi di questo segno o, comunque, addetti che hanno l’ascendente e/o pianeti alla nascita nello Scorpione. Dividere, raccogliere, insacchettare, a questo segno non fa schifo neanche un po’, nemmeno quando l’odor della crosta del taleggio si mescola a quello delle teste delle triglie. Anzi, in certi casi tutto ciò gli procura perfino un filo di brivido di goduria (per via del governo plutoniano – un po’ fetish, anche – di cui sopra). Lo Scorpione, però, è anche il segno della rigenerazione che deriva dalla distruzione: per cui se fosse per lui riciclerebbe tutto, vetro, alluminio, plastica, umido e li trasformerebbe in energia, in concime, in monumenti, in lingerie sexy e in tutto ciò che possa essere utile a se stesso e all’umanità intera. In fondo, anche se i luoghi comuni dell’astrologia lo definiscono come l’unico discendente dei Borgia, lo Scorpione ha anche una coscienza ecologica e uno spicchio d’anima buonino buonino come Lupo De Lupis.

Tutto è avventura, tutto è cultura, per il Sagittario: a ciò non si sottrae nemmeno la lettura dell’opuscolo informativo sulla raccolta differenziata. Le cui regole sono (quasi) sempre ben accette da questo segno. Che spesso converte alla differenziata pure chi non la fa d’abitudine, con quello spirito evangelizzatore, un po’ pontificante, di pura marca sagittariana, che talvolta fa venir voglia alla gente di scappare via a gambe levate. E di buttarci il Sagittario stesso, nella differenziata, in un bidoncino qualsiasi. Tuttavia, capita che a volte il Sagittario predichi bene e razzoli male, perché magari lascia a lungo i bidoncini della plastica, del vetro, dei metalli pieni fino all’orlo, in casa propria, e li svuota solo quando i bidoni stessi implorano, con novene e mantra, di essere finalmente liberati e lasciati al proprio destino. Non è uno che trascura le cose, il Sagittario, tutt’altro, è solo fatto così, ottimista di fondo, candido come un chierichetto e convinto che tanto, nella vita, ci sia tempo per fare tutto, anche per liberare i bidoncini, prima o poi. Bidoncini nei quali non mancano quasi mai avanzi e incarti di cibi e di prodotti stranieri o le vaschette d’alluminio (vuote) del take away del ristorante etnico: lui è il vero cosmpolita dello zodiaco, l’individuo senza frontiere, il buono per antonomasia che magari raccatta pure la plastica, il vetro, le lattine altrui e la ripone negli appositi cassonetti. Adorabile. 

Rigoroso, asburgico, saggio come Frate Indovino (e spesso parco come lui), ma con un cuore di panna nascosto dietro i tremila giri di filo spinato attorno ai quali egli stesso si autoavvolge (per difesa, soprattutto), il Capricorno è anche un ottimo osservatore. Per questi non gli scappa una briciola, una buccia di patata, un tappo dell’acqua minerale: tutto viene gettato nel posto giusto. E guai a non fare come fa lui, in sua presenza: in caso contrario si rischia di essere trapassati. Non tanto da daghe e lance (che saprebbe comunque maneggiare con abilità insospettata), bensì dal suo sguardo da tenente della Stasi. Che fa pure più male delle suddette armi. D’altronde lui, solitamente, è di poche parole. Ma dà l’esempio. Pure in ufficio (luogo in cui, stacanovisticamente, trascorre solitamente i quattro quinti della sua giornata), dove getta la carta nel cestino della carta e il resto dove deve essere gettato. Senza deroghe. E per i suoi bidoncini utilizza, senza lesinare, le shopper del supermercato (e di qualsiasi altro esercizio), così evita di comprare i sacchi appositi: un cicinìn economo (ma per due Capricorno su tre occorrerebbe dire avaro) in effetti lo è. Tanto che ha spesso paura che il didietro gli rubi la camicia, risucchiandola. Però è pure tanto caruccio e affettuoso, bisogna dirlo.

E’ uno dei segni più intelligenti dello zodiaco. Oltre che rapido, sia nel pensare sia nell’agire, al punto da far venire la nevralgia del trigemino e il blocco della memoria a breve termine in chi lo ascolta o ha a che fare con lui in ogni consesso, per la fatica di seguirlo alla stessa velocità. Così, l’Acquario sa a colpo d’occhio dove va gettato questo o quel materiale, pure senza leggere le disposizioni negli opuscoli appositi. E, animato come spesso è da un senso civico non comune, difende a spada stratta l’utilità della differenziazione. Anche perché nel suo mondo ideale le bottiglie di plastica, l’alluminio, il vetro possono diventare navi e palazzi, giostre e castelli, grattacieli e aeroplani… D’altronde, l’Acquario è il fratello arguto di Archimede Pitagorico, per cui con alluminio, plastica e vetro saprebbe inventare capolavori di scultura che manco nei musei d’arte moderna si potrebbero trovare.  Ma anche se non arriva a rendere reali certe aspirazioni, l’Acquario, va ribadito, sa comunque che differenziando compie un’azione sensata e utile. A dire il vero, la sua indole indipendente e autarchica a volte gli fa venire voglia di mandare nel paese più popolato del mondo i bidoncino, l’alluminio, la carta e tutto il concistoro della differenziata. Ma poi si trattiene. Perché non va bene. O se cede e mescola ogni tanto i rifiuti non si fa vedere da nessuno, eludendo sguardi e possibili delatori. Sensi di colpa? Forse un tantino. Il più delle volte manco uno…

Per molti versi meriterebbe l’oro olimpico-zodiacale per la svagatezza. Ma per altri mostra di possedere, talvolta, capacità di attenzione e organizzative che lasciano sbalorditi. Va da sé che il modo con il quale gestisce la propria quotidianità, compresa la raccolta differenziata, risente di tutte queste sue caratteristiche, alternativamente. Così a volte non ricorda se l’alluminio va gettato via da solo o insieme alla carta o con gli avanzi della trippa, E se il vetro va separato o messo insieme ai flaconi dell’anticalcare. O, magari, scorda che cosa bisogna mettere nel bidoncino marrone e in quello grigio. O, addirittura, si dimentica proprio del tutto di buttarla, la spazzatura. Però il suo spiazzamento dura generalmente poco, solo il tempo necessario per connettersi al momento presente (ebbene sì, il Pesci ha spesso un problema con il “tempo”: egli è infatti quasi sempre con la mente sull’attimo che sta per arrivare o è ancora sull’attimo appena trascorso. In un caso o nell’altro, quasi mai su quello presente). Non solo, ma visto che il Pesci è generalmente sensibile ai crucci e alle esigenze altrui, oltre che schierato sempre a favore dei diseredati, dei bisognosi, dei martoriati, dei perseguitati, dell’infanzia abbandonata e degli anziani soli, quando mette fuori i propri bidoncini porta con sé anche quelli della vecchina della porta accanto, del signor Liborio, due appartamenti più avanti, sempre a letto con l’artrosi, poveretto, e quelli di zia Cesira due piani sotto. E’ proprio un tesoro di vicino e di familiare…

Antonio Capitani

Antonio Capitani

Nato a Porto S. Stefano (GR), Antonio Capitani è giornalista pubblicista e astrologo.
Redige l’oroscopo tutte le settimane su Vanity Fair, tutti i giorni su La Gazzetta dello Sport e, in voce, su Studio 1 TV, canale del digitale terrestre.
Nel 2007 ha pubblicato per Feltrinelli “Il tuo segno la tua salute”, scritto con Maria Grazia Parisi, e nel 2008 “Amori Zodiacali” per De Agostini.
Svolge la propria attività a Milano, dove si occupa di astrologia a tempo pieno, soprattutto in campo editoriale. È Cancro ascendente Capricorno, segni dei quali, come afferma da sempre, ha preso i peggiori pregi e i migliori difetti.