Pubblicato il Rapporto sui Rifiuti Urbani 2020 di ISPRA

Ispra pubblica il Rapporto Rifiuti Urbani Edizione 2020 che verrà presentato, ufficialmente, su Ricicla Tv il 29 dicembre prossimo.

In fondo all’articolo trovate la versione completa scaricabile in pdf.

Differenziata: +3,1 punti percentuale in un anno. Il Sud supera il 50%, Treviso la città più virtuosa con l’86,9%. Meno smaltimento in discarica ma non al Centro (+ 19,4%). Gestione: ancora lontana dai nuovi target europei.

L’Edizione 2020 del Rapporto fornisce i dati, aggiornati all’anno 2019, sulla produzione, raccolta differenziata, gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti di imballaggio, compreso l’import/export, a livello nazionale, regionale e provinciale.

Riporta, inoltre, le informazioni sul monitoraggio dell’ISPRA sui costi dei servizi di igiene urbana e sull’applicazione del sistema tariffario.

Infine, presenta una ricognizione dello stato di attuazione della pianificazione territoriale aggiornata all’anno 2020.

I rifiuti urbani prodotti in Italia nel 2019 sono circa 30 milioni di tonnellate, dato in lieve calo rispetto al 2018 dello 0,3% (-80 mila tonnellate). Incremento solo nel nord Italia, con quasi 14,4 milioni di tonnellate di rifiuti, dello 0,5% rispetto al 2018, mentre è in calo al Centro (-0,2%) con circa 6,6 milioni di tonnellate evidenzia e al Sud (-1,5%) con 9,1 milioni di tonnellate.

Ogni cittadino italiano, in un anno, ha prodotto circa 500 chilogrammi di rifiuti.
Aumenta ancora la raccolta differenziata nel 2019: +3,1 punti rispetto al 2018, raggiungendo il 61,3% della produzione nazionale; dal 2008 la percentuale risulta raddoppiata. La raccolta passa da circa 9,9 milioni di tonnellate a 18,5 milioni di tonnellate. Nel 2019, il 50% dei rifiuti prodotti e raccolti in maniera differenziata viene inviato ad impianti di recupero di materia; il riciclaggio totale, comprensivo delle frazioni in uscita dagli impianti di trattamento meccanico e meccanico biologico, si attesta al 53,3% e riguarda le seguenti frazioni: organico, carta e cartone, vetro, metallo, plastica e legno.

LIVELLO REGIONALE

Tra il 2018 e il 2019, ben 13 regioni italiane,  in particolare quelle meridionali, fanno  rilevare un  calo della produzione dei rifiuti urbani. I maggiori decrementi si osservano per il Molise (-4,5%), la Sicilia (-2,6%) e la Calabria (-2,3%).

Aumenta  invece  la produzione  nelle regioni  settentrionali,  ad eccezione  di Piemonte  e Liguria, mentre al Centro solo il Lazio evidenzia un incremento della produzione di RU (+0,4%).

LIVELLO PROVINCIALE

Le tre province che producono più rifiuti sono in Emilia  Romagna: Reggio Emilia, con 774 kg per abitante per anno, Rimini con 755 kg e Ravenna con 752 kg.

Sono tutte localizzate nel sud Italia le province con i più bassi valori di produzione  pro capite: Potenza con 322 kg, Enna con 329 kg e Avellino con 355 kg. Al Centro, Frosinone, con un pro capite di 368 kg, è l’unica provincia con una produzione sotto i 400 kg/abitante capite di 368 kg, è l’unica provincia con una produzione sotto i 400 kg/abitante.

PRODUZIONE E PIL

Rispetto al 2018, c’è stato un disallineamento tra l’andamento della produzione dei rifiuti e quello degli  indicatori  socio-economici  (PIL  e spesa  per consumi  finali sul territorio  economico  delle famiglie  residenti  e non  residenti).  Nel  2019,  infatti,  il prodotto  interno  lordo e la spesa  delle famiglie fanno registrare un incremento pari, rispettivamente, allo 0,3% e allo 0,6%, mentre la produzione dei rifiuti mostra un lieve calo (-0,3%).

RACCOLTA DIFFERENZIATA

Aumenta ancora la raccolta differenziata nel 2019: +3,1 punti  rispetto al 2018, raggiungendo il 61,3%  della produzione nazionale; dal 2008 la percentuale risulta raddoppiata. La raccolta passa da circa 9,9 milioni di tonnellate a 18,5 milioni di tonnellate.

LIVELLO REGIONALE

Il  Sud  supera per la  prima volta  il  50%  di  raccolta differenziata  confermando  il trend  di crescita degli ultimi anni, con un aumento della percentuale di 4,5 punti. I maggiori incrementi in Molise (+12 punti)  e Sicilia (+9 punti),  seguite dalla Sardegna (+6,3), dalla Puglia (+5,2) e dall’Abruzzo (+ 3,1).

Nel  2019  superano  l’obiettivo   del  65%   di  raccolta  differenziata,  fissato   al  2012  dalla normativa, ben 8 regioni: Veneto (74,7%), Sardegna (73,3%), Trentino Alto Adige (73,1%), Lombardia  (72%), Emilia Romagna  (70,6%),  Marche  (70,3%),  Friuli Venezia  Giulia (67,2%)  e Umbria (66,1%).

Al di  sopra del  60%  la Valle  d’Aosta  (64,5%),  il Piemonte  (63,2%),  l’Abruzzo  (62,7%)  e la Toscana (60,2%).

Inferiore al 50%  risulta la raccolta in Basilicata (49,4%) e Calabria (47,9%). La Sicilia rimane al di sotto del 40%, pur facendo registrare un aumento di 9 punti rispetto al 2018 (dal 29,5 al 38,5%).

LIVELLO PROVINCIALE

Come  negli  anni  precedenti,  i  livelli  più  elevati  di  raccolta  differenziata  sono  stati  nella provincia di Treviso,  che nel 2019 si attesta all’87,7%, seguita da Mantova (86,8%), Belluno (84,4%) e Pordenone (81,5%).

I livelli più bassi di raccolta differenziata si osservano per le province di Palermo (29%, nel 2018 19,9%), Crotone (30,8%, a fronte del 27,3% del 2018), Messina (32,8%, nel 2018 28,7%) e Foggia (34,1%%, nel 2018 33%).

LA DIFFERENZIATA NELLE CITTA’METROPOLITANE

Tra le città  metropolitane, la  percentuale più  elevata  di raccolta si rileva a Cagliari con il 71,4%  (+13,6 punti rispetto al 2018); Venezia si attesta al 70,9% e al di sopra del 60% si collocano Milano, Bologna,  e Firenze (rispettivamente  67,4%, 65,5% e 64,8%). La Città metropolitana  di Roma Capitale raggiunge il 51,2%. Il valore più basso, 29%, si registra per Palermo che, in ogni caso, fa rilevare, nell’ultimo anno, un incremento di 9,1 punti (19,9% nel 2018).

I CAPOLUOGHI PIU’ VIRTUOSI

I comuni capoluogo con percentuali di raccolta differenziata più elevate sono Treviso che raggiunge 86,9%, Ferrara con l’85,9% e Pordenone con 85,5%.

Le città più indietro e ancora sotto al 20% sono Messina con il 18,8%, Palermo  con il 17,4%, Taranto con il 16%, Catania con il 14,5% e Crotone con l’11%.

GESTIONE

Nel  2019,  il  50%  dei  rifiuti prodotti  e  raccolti in  maniera  differenziata viene  inviato  ad impianti di recupero di materia; il riciclaggio totale, comprensivo delle frazioni in uscita dagli impianti  di  trattamento  meccanico  e  meccanico  biologico,  si  attesta  al  53,3%   e  riguarda le seguenti frazioni: organico, carta e cartone, vetro, metallo, plastica e legno.

IMPIANTISTICA

Nel 2019 sono operativi 658 impianti di gestione dei rifiuti urbani: 355 al Nord, 121 al Centro e 182 al Sud. 345 sono dedicati al trattamento della frazione organica della raccolta differenziata, 130 sono impianti per il trattamento meccanico o meccanico biologico dei rifiuti, 131 sono impianti di discarica a cui si aggiungono 37 impianti di incenerimento e 15 impianti industriali che effettuano il coincenerimento dei rifiuti urbani.

Va  rilevato  che  l’aumento  della  raccolta  differenziata  ha  determinato  negli  anni  una  crescente richiesta  di nuovi  impianti  di trattamento,  soprattutto  per la frazione  organica,  ma non  tutte le regioni dispongono di strutture sufficienti a trattare i quantitativi prodotti.

SMALTIMENTO IN DISCARICA

Il 21% dei rifiuti urbani è smaltito in discarica, pari  a quasi 6,3 milioni di tonnellate, con  una riduzione del 3,3% rispetto al 2018.

Solo nel Centro Italia  si è registrato un incremento (+19,4%),  mentre si rilevano riduzioni consistenti nel ricorso alla discarica al Sud (-15,2%) dovute anche ai miglioramenti in termini di raccolta differenziata nelle stesse aree. Il Nord non fa registrare variazioni significative (-0,9%). Nell’ultimo  decennio  il ricorso alla discarica si è ridotto del 58,2%,  passando da 15 milioni di tonnellate a circa 6,3.

INCENERIMENTO

Il  18%  dei  rifiuti urbani prodotti è incenerito  (oltre 5,5 milioni  di  tonnellate); il dato è in aumento dell’1,4%  rispetto al 2018. Su 37 impianti operativi, il 70,3%  si trova al Nord, in particolare in Lombardia e in Emilia Romagna.

IMBALLAGGI E RIFIUTI DI IMBALLAGGIO

I  rifiuti  di  imballaggio rappresentano   uno   dei  principali  flussi   monitorati  dall’Unione Europea, per  i quali  il  “pacchetto  economia  circolare”  ha  definito  obiettivi  di  riciclaggio  più ambiziosi al 2025 e al 2030, rispetto a quelli ad oggi vigenti.

Aumenta  del  3,1%  rispetto  al  2018  il  recupero  complessivo   dei  rifiuti di  imballaggio  che rappresenta l’80,8%  dell’immesso al consumo: il vetro mostra l’aumento più elevato, seguito da plastica,  acciaio  e  legno.  Tutte  le  frazioni  di  imballaggi  hanno  già  raggiunto  gli  obiettivi  di riciclaggio  previsti  per  il  2025  ad  eccezione  della  plastica.  Per  il  riciclaggio  di  tale  frazione, costituita   da  diverse   tipologie   di  polimeri,   sarebbe   necessaria   l’implementazione   di  nuove tecnologie di trattamento tra cui anche il riciclo chimico.

IMPORT/EXPORT DEI RIFIUTI

L’esportazione dei rifiuti interessa il 2% dei rifiuti urbani prodotti a livello nazionale. Rispetto  al 2018, l’esportazione aumenta del 10,8% mentre calano dell’1%  le importazioni.

Sono inviati fuori dai confini nazionali, soprattutto Austria e Spagna,  il combustibile solido secondario (30,2%)  e i rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti (34,0%). Le due regioni che maggiormente esportano sono la Campania e la Lombardia.

Gli  impianti  localizzati  sul  territorio  nazionale  importano  plastica   (26,7%),   vetro (25,2%)  e abbigliamento (19,6%). Il vetro arriva soprattutto dalla Svizzera ed è destinato ad impianti di recupero e lavorazione situati perlopiù in Lombardia. L’abbigliamento, invece, è importato in massima parte dalla Campania, presso aziende che ne effettuano il recupero.

COSTI  DI GESTIONE

Nel 2019, il costo  medio  nazionale  annuo  pro capite  di  gestione  dei  rifiuti urbani è pari a 175,79 euro/abitante (nel 2018 era 174,48) in aumento  di 1,31 euro ad abitante.

Al Centro i costi più elevati (208,71 euro/abitante), segue il Sud  con 188,53 euro/abitante. Al Nord il costo è pari a 155,83 euro/ab*anno.

Tra le città che presentano il maggior costo si segnala Venezia con un costo pari a 366,11 euro ad abitante, Cagliari con 314,98 euro ad abitante e Genova con 266,58 euro ad abitante. I costi minori si rilevano ad Udine 119 euro ad abitante, Campobasso 161,17 euro ad abitante e Bolzano 168,30 euro ad abitante.